Ceramiche Vietresi
Le Ceramiche Vietresi raccontano la loro terra d'origine, baciata dal mare e dal sole.
La Costiera Amalfitana è quel tratto del golfo di Salerno dove i monti si tuffano nel Mediterraneo, famoso in tutto il mondo per il suo valore paesaggistico. I borghi marinari che sorgono tra Positano e Vietri sono costellati di laboratori e botteghe, dove i mastri ceramisti operano da generazioni. Le cupole delle chiese brillano di maioliche colorate. Le viuzze e le scalette che si inerpicano sui terrazzamenti sono impreziosite da decori in giallo, turchino e manganese. La ceramica è parte integrante della geografia.
In un certo senso è un cerchio che si chiude, perché è proprio per meriti geografici che la tradizione si è evoluta fino ad influire sul territorio, in particolare a Vietri sul Mare. Le colline retrostanti, che nel corso dei secoli si sono tappezzate di agrumi, offrivano alle officine il legname di castagni e lecci. Il torrente Bonea, scendendo dai monti Lattari, permetteva di alimentare i mulini per lavorare la creta e macinare i colori. La vicinanza con la spiaggia creava un rapporto diretto tra produzione e commercio. La posizione strategica negli scambi con l'oriente portava influenze stilistiche greche e bizantine.
Dall'invenzione del forno fino al nostro Rinascimento, l'attrezzatura dell'arte non si è trasformata particolarmente. Il procedimento prevede la foggiatura dell'argilla al tornio, una prima cottura, quindi la smaltatura. Una volta asciutto, l'oggetto viene decorato a mano, quindi cotto una seconda volta per fissare e accendere i colori.
Non è facile datare con precisione la nascita di questa tradizione secolare. La storia di Vietri passa attraverso una fondazione etrusca, un'ampliamento romano, un medioevo in cui arricchisce Salerno. Verso la fine del '400 è documentata l'apertura di molte botteghe. Nel '500 si ha un salto qualitativo, probabilmente dovuto a maestranze abruzzesi e irpine, caratterizzato dall'iconografia religiosa. Nel '700 si sviluppano le forme geometriche e naturalistiche delle riggiole, mentre il periodo successivo vede un'inflessione del mercato.
A cavallo tra le guerre mondiali, tra gli anni '20 e '40, il cosidetto periodo tedesco: si stabiliscono in costiera artisti stranieri, soprattutto ebrei in fuga dalla Germania, che revitalizzano la ceramica con gli artigiani locali introducendo nuovi stili e tematiche. Tra i nomi più significativi Richard Dölker, a cui si deve l'iconico ciucciariello, Irene Kowaliska e l'italiano Guido Gambone.
Il mondo rappresentato è variopinto. I grafismi astratti, equilibrati ed eleganti. I motivi floreali e faunistici. Le composizioni armoniche delle marine. Scorci di vita quotidiana, viandanti solitari, pescatori. Il mondo arcaico e pastorale. Le atmosfere piratesche, i miti omerici e le favole di Esopo. Metafore e simboli, ma anche semplici suggestioni.
Piastrelle, mattonelle, tegole, vasi, brocche, lucerne, contenitori, orcili, scodelle, stoviglie, lancelle, sottotazze, saliere, utensili da cucina e per la casa. Qualsiasi supporto e motivo può essere commissionato. L'impronta del lavorato a mano di Vietri è inconfondibile. Ogni ceramica un pezzo irripetibile.
"La voce dei porti è fatta di vento e di sale. Parole di mare portate tra bonacce e leggende."
Roberto Gianani